Le Marche, pur non essendo particolarmente ricche dal punto di vista mineralogico, sono ben note ai collezionisti per merito degli splendidi cristalli di zolfo, gesso e celestina estratti in passato dalla miniera di Perticara (al confine con le Marche), nel Pesarese, e da quella di Cabernardi, in provincia di Ancona.
Dalla prima, tra l'altro, proviene anche il più grande cristallo di zolfo nativo finora mai scoperto in tutto il mondo: alto oltre 22 cm, del peso di circa 5 kg, è conservato presso il Museo civico di storia naturale di Milano.
Complessivamente nelle Marche - sebbene siano costituite in gran parte da terreni di origine sedimentaria, di solito poco interessanti per la loro produzione mineralogica - sono conosciute circa sessanta specie diverse, distribuite in varie località della regione. Oltre alle attività più prettamente mineralogiche, la regione presenta un interessante panorama estrattivo di sabbie, ghiaie, argille, aggregati vari e calcari distribuito su tutto il territorio regionale.
La terra è stata la fortuna dei marchigiani per molteplici aspetti: è sulla ricchezza della terra che si è e continua a basarsi l'agricoltura, è attraverso la terra che i marchigiani hanno costruito imponenti palazzi e case di fango.
Luoghi della terra
Lo studio delle terra
Vito Procaccini Ricci (Monte San Vito, 1765 – Senigallia, 1845)
E' stato geologo e naturalista, prese parte alla I^ Riunione degli Scienziati Italiani di Pisa del 1839 con il contributo "Flora Fossile d'Italia". Dalle gessaie di Senigallia (AN), dove per secoli si è cavata roccia per fare cemento, provengono filliti e ittioliti di età messiniana. La principale collezione di piante, insetti, pesci e altri vertebrati è quella appartenuta al naturalista senigalliese Vito Procaccini Ricci, poi ceduta a Giuseppe Scarabelli e oggi esposta nel museo civico di Imola. Marco Ferretti racconta dei giacimenti di Sant'Angelo e San Gaudenzio, delle collezioni conservate a Firenze e della partecipazione di Procaccini Ricci al primo congresso degli scienziati italiani, quando l'Italia non era ancora unita.
Giuseppe Scarabelli (Imola, 15/09/1820 – Imola, 28/10/1905)
E' stato un geologo, paleontologo e politico italiano; è ricordato come fondatore dell'archeologia preistorica italiana ed è stato il primo archeologo a realizzare in Italia uno scavo stratigrafico. E' grazie a lui che presso il Museo di Storia di Imola si conservano vari fossili di pesci nel periodo messianico che erano nelle acque sovrastanti la zona di Senigallia. E' molto interessante la sua "Carta Geologica di Senigallia e di Ancona" del 1857.
Abramo Bartolomeo Massalongo (Tregnano, 13/05/1824 – Verona 25/05/1860)
' stato un naturalista ed erpetologo italiano con grande interesse verso i territori marchigiani, in particolare il senigalliese e l'anconetano. Insieme ad altri scienziati, specialmente G. Scarabelli, ed il marchigiano Vito Procaccini Ricci, impostò la più grande raccolta marchigiana (forse italiana di fossili di pesci).