La giovane Laura Bassi, una sorta di "premio Nobel" del XVIII, insegnò fisica ai marchigiani di Bologna.
Il metodo d'insegnamento più famoso al mondo "parla" marchigiano grazie a Maria Montessori.
La Centrale Elettrica della Elettrochimica Ceci di San Severino Marche fu costruita nel 1927 per dotare l'azienda appena costituita del giusto approvvigionamento di energia elettrica, necessaria per le attività produttive di sostanze chimiche ricavate mediante processi elettrochimici. Per l'epoca si poteva considerare uno degli impianti più importanti delle Marche. Nel territorio di San Severino Marche durante i primi decenni del '900, furono costruiti diversi impianti di produzione di energia elettrica: in zona Cannucciaro dove c'era un vecchio mulino e in Borgo Conce dove erano attive diverse manifatture basate sulla forza idraulica. Il Comune di San Severino Marche, riconoscendo l'alto valore storico di queste installazioni di archeologia industriale, ha costituito un vero e proprio museo, il MusET – Museo dell'Elettricità e del Territorio, in cui raccogliere anche le narrazioni della storia dell'elettricità locale.
Nell'ambito di questa sensibilità è stato deciso di procedere con la realizzazione di un'innovativa applicazione informatica basata sul sistema Metaverso/Oculus, per valorizzare il patrimonio industriale del luogo con specifico focus sulla Centrale Ceci.
Progettazione
Il lavoro di generazione di quest’applicazione è stato eseguito in tre fasi:
1) La prima ha acquisito digitalmente intero complesso mediante la realizzazione di acquisizioni Laser Scanner 3D e immagini panoramiche ad altissima risoluzione. Tale processo, oltre a garantire la conservazione su supporto digitale dello stato attuale, rappresentando una copia metrica esatta del reale, è risultato fondamentale per la realizzazione di tutti i contenuti tridimensionali.
2) La seconda fase ha visto la realizzazione dell’impianto narrativo ed interattivo dell’esperienza, andando a definire tematiche e contenuti da sviluppare al suo interno. Nello specifico, sono state individuate un’introduzione, una conclusione e tre scene centrali, ciascuna caratterizzata da quattro contenuti esplorabili. La navigazione tra queste scene è affidata all’interazione, nello specifico viene richiesto all’utente di interagire con un “macchinario di navigazione”, caratterizzato da leve e bottoni, per attivare i contenuti o cambiare scena.
3) La terza ed ultima fase ha visto la realizzazione software dell’applicazione andando a mettere insieme i contenuti 3D, gli audio descrittivi e i suoni, il tutto legato mediante il sistema interattivo debitamente programmato.
Tale esperienza è stata curata da Stark, azienda leader nella realizzazione di processi digitali per la valorizzazione e comunicazione del patrimonio culturale, in stretta e fruttuosa collaborazione con il gruppo di ricerca DiStoRi Heritage dell’Università Politecnica delle Marche.