Il cingolano Corrado Ciamberlini, "il professore di matematica" d'Italia, fu gioia e delizia dei giovani studenti italiani della Belle Époque.
La scuola matematica di Urbino d'epoca rinascimentale si estinse nel corso di una o due generazione, senza lasciare traccia se non negli archivi storici della scienza e della matematica. Tutta la matematica fino a metà dell'800 fu molto legata ad aspetti pratici, per cui non è facile trovare una figura marchigiana che sia "molto speculativa" e poco interessata agli aspetti applicativi della matematica stessa (meccanica, idraulica, agricoltura, elettricità, ingegneria, …).
Nonostante questo, sicuramente abbiamo almeno tre importanti personaggi marchigiani che si focalizzarono sui temi più speculativi (senza lesinare comunque negli ambiti applicativi). Ostilio Ricci, matematico fermano che assistette Galileo Galilei, segue la tradizione fermana che affonda le sue radici lontanissime in Lucius Tarutius Firmanus, il "calcolatore" dei natali di Roma ai tempi di Augusto. Ancona peraltro non lesina di portare un contributo alle matematiche mondiali Vito Volterra che impostò la matematica necessaria ad Albert Einstein per la sua relatività. Negli stessi anni, Cingoli, da nobile e storica famiglia locale, i Ciamberlini, diede i natali a Corrado Ciamberlini con il quale l'Italia si dotò di un didatta prolifico oltre che di geometria non euclidee.
Luoghi dell'elettricità
Lo studio del calcolo e delle matematiche
Corrado Ciamberlini (Cingoli, 01/05/1861 – Fermo, 02/11/1944)
Laureato a Roma con una tesi molto innovativa sulla "Teoria delle Forme" presto pubblicata sul più importante giornale italiano dedicato alle matematiche non euclidee, ossia il "Giornale di Matematiche di Giuseppe Battaglini", il Ciamberlini, dopo un'esperienza didattica in Campania, si dedicò all'insegnamento presso l'Istituto Tecnico G. e M. Montani ed il Liceo Classico A. Caro, entrambi in Fermo. Con 57 testi scolastici diffusi in tutta Italia, fu forse il più prolifico professore italiano di Matematica e senz'altro il più conosciuto.
Vito Volterra(Ancona, 03/05/1860 – Roma, 11/10/1940)
È stato un matematico, fisico, politico e antifascista italiano. Fu uno dei principali fondatori dell'Analisi Funzionale e della connessa Teoria delle Equazioni Integrali. Il suo nome è noto soprattutto per i contributi dati alla biologia matematica. A 23 anni è giovane professore di Meccanica Razionale presso l'Università di Pisa, nel 1923 è Presidente dell'Accademia dei Lincei, nel 1924 del CNR. Firma il Manifesto degli Intellettuali Antifascisti e viene fatto decadere di ogni incarico. Muore senza commemorazione in Italia e le onoranze della città di Ancona arrivarono solo nel 1956.
Ostilio Ricci(Fermo, 27/09/1540 – Firenze, 04/05/1603)
Istruito direttamente dal Duca fiorentino Cosimo I, divenne presto maestro di matematica dei paggi ducali nella Firenze del XVII Sec. Lettore sia a Pisa che a Firenze, insegnò anche matematica a Giorgio Vasari ed a diversi artisti rinascimentali toscani. Fu amico di Vincenzo Galilei, convincendolo ad accettare che il figlio di lui, Galileo Galilei, potesse lasciare gli studi di medicina per dedicarsi a quelli di matematica, come appunto fu.